Monreale, 5 aprile – Era il lontano marzo 2010 ed il Cres, Centro per la ricerca elettronica in Sicilia, chiudeva mandando a casa 41 dipendenti tra tecnici e ricercatori a causa dello smantellamento da parte del governo regionale, dei cosiddetti “enti inutili”.
E così quel sogno di Piersanti Mattarella di realizzare un luogo che sarebbe dovuto diventare un centro d’eccellenza per la ricerca, si è infranto impietosamente facendo diventare quello stesso luogo, nel susseguirsi degli anni e delle amministrazioni, una struttura fantasma, completamente abbandonata. Non mancano infatti all’interno dei locali dell’imponente palazzo che sovrasta la città di Monreale i raid dei vandali e degli sciacalli di rame. Solo lo scorso febbraio i carabinieri di Monreale hanno colto in flagrante ed arrestato quattro persone per furto nell’edificio che ospitava il Cres.
In 6 anni di inattività tanti sono stati i progetti e le idee sui locali dell’ex Cres, c’è stato chi ha proposto la realizzazione di una struttura alberghiera a 5 stelle, chi ha proposto di istituirvi un polo commerciale. C’è stato chi voleva dismettere la struttura, vendendola alla cifra di 8 milioni di euro e chi desiderava valorizzarla. In sostanza tante chiacchiere condite da più o meno decorati comunicati stampa ma nessun, o quasi, vero tentativo di salvare l’edificio dall’incuria e dai continui furti.
Ultimo progetto, e speriamo sia davvero l’ultimo, che era stato definito il 27 gennaio 2015 come “un risultato importante” dall’allora neo sindaco di Monreale Piero Capizzi vede il Cres diventare la sede degli uffici comunali. Il progetto, come dichiarava lo stesso Capizzi, serviva a “rendere più efficiente la macchina comunale, consentendo nello stesso tempo un notevole risparmio di costi di gestione”.
Più di un anno è trascorso dalla consegna delle chiavi da parte del responsabile dell’Ufficio patrimonio della Regione siciliana al sindaco monrealese ma nulla ancora si è mosso.
Per questi motivi abbiamo contattato il primo cittadino Piero Capizzi che però ci ha rilasciato dichiarazioni poco confortanti.
“Aspettiamo che una parte di locali, che erano occupati dalla società d’ambito fallita dell’ATO e che per il momento sono nella disponibilità della curatela fallimentare, siano restituiti alla Regione. Il comune di Monreale ha solamente ricevuto l’assegnazione provvisoria e temporanea, in fase di definizione con un verbale ufficiale, del primo piano ammezzato e la rimanente parte della struttura è di proprietà della Regione Siciliana in quanto la curatela che gestisce il fallimento del CRES ha già consegnato tutto alla Regione”.
Il Cres potrebbe diventare, secondo Capizzi, anche una scuola. “Stiamo anche valutando – afferma – l’ipotesi di utilizzare la struttura come scuola”. Su questo progetto, che sarebbe a carico della provincia, ci starebbe lavorando la preside del Liceo artistico D’Aleo. “La Preside aveva chiesto la disponibilità di tutta la struttura, 4 piani in tutto per creare un unico polo didattico insieme al Liceo Basile. Noi abbiamo sostenuto l’idea”.
L’idea di realizzare il centro direzionale che possa contenere tutti gli uffici comunali intanto sta tramontando. “Non è pensabile – afferma Capizzi – Servirebbero milioni di euro per rimettere in sesto tutta la struttura dal punto di vista degli impianti”. Più fattibile potrebbe essere invece la possibilità di utilizzare in futuro solo il primo piano ammezzato. “Abbiamo investito i fondi comunali, circa 85 mila euro, sulla sistemazione del Palazzo tributi insieme al Comando dei Vigili Urbani; l’edificio è stato messo in sicurezza intervenendo sul tetto e garantendo la sicurezza dei dipendenti comunali”.
In sostanza, l’unica parte che al momento potrebbe essere utilizzata dal comune di Monreale rappresenta solo una piccola parte dell’edificio dell’ex Cres ma anche per questa piccola porzione è necessaria “una spesa che va programmata e pianificata” come afferma Capizzi. “Per quanto riguarda la sicurezza abbiamo chiesto ai carabinieri un continuo controllo”.
La situazione del Cres rimane, dunque, in stand-by, vandali e sciacalli avranno ancora molto tempo per agire indisturbati. Com’è possibile vedere dalle foto scattate in questi giorni, la struttura sta via via peggiorando. Le immagini parlano chiaro. All’interno i piani sono stati vittima dei numerosissimi raid vandalici che si sono susseguiti a partire dalla chiusura del centro. Pressoché inesistente è ormai l’impianto elettrico, strappato via dai ladri di rame. Dentro l’edificio sono presenti apparecchiature elettroniche in disuso sparse tra le stanze, finestre aperte dalle quali si intravedono stanze colme di macerie. La struttura è abbandonata a sé stessa come ha anche affermato Capizzi che ha chiesto ai carabinieri un maggior controllo.
Foto di Nino Carlotta e Fabio Gullo