Palermo, 30 maggio – Il Sostituto Procuratori della Repubblica Dario Scaletta e Bruno Brucoli al termine della loro requisitoria hanno chiesto alla Sezione seconda della Corte di Assise di Palermo, presieduta dal Giudice Alfredo Montalto la condanna all’ergastolo con l’aggravante della premeditazione per Antonino Muratore in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Termini Imerese per l’omicidio di Baldassare Licari. Il 4 novembre del 2013 vicino la residenza estiva, nelle campagne di Borgetto e Sagana (Monreale), venne rinvenuto il cadavere di Licari Baldassare, dipendente della Provincia in pensione, all’interno della propria autovettura. Il corpo presentava numerose ferite da armi a punta e da taglio e cinque colpi di arma da fuoco esplosi da una pistola calibro 38 uno dei quali alla tempia destra, mentre Licari era in fin di vita.
Dopo diversi mesi di indagine il personale del Commissariato della Polizia di Stato di Partinico coordinato dalla procura della Repubblica di Palermo, procedeva al fermo di Muratore Antonino ritenuto responsabile in concorso con ignoti dell’omicidio del Licari. All’individuazione di Muratore si giunse al termine della analisi del DNA lasciato sulla tazzina di caffè rinvenuta nella cucina di Licari. La comparazione della saliva prelevata al Muratore con quella lasciata da uno degli assassini sulla tazza di caffè diede esito positivo.
Dopo quasi tre anni dall’efferato omicidio arriva la richiesta all’ergastolo motivata dalla premeditazione e dai futili motivi. Il -movente infatti venne individuato in una controversia civile tra i familiari di Muratore e la vittima per la posa di un recipiente d’acqua su una abitazione in Montelepre. Anche i difensori dei familiari del Licari, Mario Caputo e Salvino Caputo, che si sono costituiti parte civile hanno chiesto la condanna all’ergastolo.
Dopo gli interventi dei difensori del Muratore Fabrizio Biondo e Vincenzo Lo Re il 4 luglio è prevista la sentenza.