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Mafia e intestazione fittizia di beni, confiscata una macelleria al clan di Santa Maria di Gesù

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Palermo, 9 maggio 2017 – La Polizia ha sottoposto agli domiciliari Gambino Natale Giuseppe e all’obbligo di dimora Palumbo Antonino. Entrambi sono dei pregiudicati palermitani che sono ritenuti responsabili del reato di intestazione fittizia di beni. La polizia ha proceduto al sequestro preventivo ai fini della confisca, della macelleria denominata “Le delizie della carne” che si trova di via Giovanni Campisi.

L’attività, storicamente riconducibile a Gambino e punto strategico per la sua influenza criminale nel quartiere, era già stato oggetto di confisca a suo carico nel 2004, quando era stato individuato con diversa ragione sociale, ma svolgeva la medesima attività presso gli stessi locali in cui insiste attualmente.

Gambino Natale Giuseppe – pregiudicato per associazione per delinquere di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di beni – è elemento di vertice del mandamento di “Santa Maria di Gesù” ed è attualmente detenuto dopo essere stato arrestato nel dicembre 2015. Gambino è ritenuto responsabile del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, di tentato omicidio e dell’omicidio di Sciacchitano Mirko, commesso il 3 ottobre 2015.

I provvedimenti di oggi sono scaturiti da approfondimenti investigativi effettuati dalla Squadra Mobile a seguito dell’operazione denominata “Stirpe”, eseguita, a novembre 2015, nei confronti della famiglia mafiosa “Santa Maria di Gesù” e nel corso della quale, insieme a personaggi della levatura di Profeta Salvatore, venne arrestato proprio il Palumbo, attualmente sottoposto all’obbligo di dimora ed al quale erano stati contestati i reati di cui all’articolo 416bis c.p., in quanto elemento particolarmente attivo all’interno della consorteria criminale, nonchè il concorso in un episodio di rapina consumato con modalità estremamente violente.

Le perquisizioni effettuate contestualmente all’esecuzione avevano portato al sequestro, presso l’abitazione proprio di Palumbo, di un voluminoso archivio di appunti indicanti poste di acquisto e di vendita di prodotti alimentari. Le successive attività di indagine hanno permesso di rilevare la chiara riconducibilità a Gambino Natale Giuseppe e a Palumbo Antonino della proprietà di due attività commerciali di rivendita, rispettivamente, di carni la prima e di prodotti surgelati la seconda (quest’ultima poi ceduta a terzi), fittiziamente intestate a prestanome compiacenti ed avviate in una porzione di territorio ricadente sotto l’influenza della famiglia mafiosa di “Santa Maria di Gesù”.

Infatti, a suffragio delle risultanze emerse dalle attività tecniche e di approfondimento investigativo, è stata dimostrata l’incapacità reddituale dei formali intestatari delle società al momento dell’apertura delle stesse attività, oltre all’esiguità dei redditi percepiti tanto da Gambino Natale Giuseppe, quanto da Palumbo Antonino, i quali, quindi, avevano avviato i punti vendita intestandoli a prestanome e facendo ricorso a proventi economici diversi da quelli effettivamente percepiti e formalmente dichiarati.

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