Salvino e Mario Caputo agli arresti domiciliari. I loro avvocati chiedono la revoca al tribunale
Pesanti le parole del giudice nei confronti di Salvino Caputo: «enorme disvalore delle sue condotte»

Monreale, 5 aprile 2018 – Da ieri Salvino Caputo e il fratello Mario si trovano al regime degli arresti domiciliari perché indagati nell’ambito di un’inchiesta che li vede coinvolti, insieme ad altre 18 persone, su presunti illeciti elettorali. Ufficialmente il reato ad essi contestato dalla Procura di Termini Imerese è quello di attentato contro i diritti politici del cittadino ma la posizione dei due avvocati monrealesi, come ha precisato ieri il procuratore della Repubblica di Termini Imerese Cartosio, potrebbe aggravarsi grazie ad altro materiale probatorio posto a loro carico che potrebbe far ipotizzare il reato di voto di scambio.
Questa mattina i legali di Salvino e Mario Caputo depositeranno l’istanza di riesame al tribunale della libertà per richiedere la revoca della misura cautelare applicata. Entro sabato potrebbe arrivare la decisione del giudice per le indagini preliminari. «Siamo certi di potere chiarire la posizione dei nostri assistiti – dichiara a Filodiretto il team degli avvocati che assistono i fratelli Caputo – in seguito al confronto con le autorità giudiziarie, potremo spiegare le nostre motivazioni in tutte le sedi processuali». Ad assistere i fratelli Caputo saranno l’avvocato Raffaele Bonsignore, che difenderà entrambi e, in aggiunta, gli avvocati Francesca Fucaloro per Salvino e Nicola Nocera per Mario Caputo.

Per il gip, i fratelli Caputo devono stare ai domiciliari perché «è concreto ed attuale il rischio che si attivino – grazie alle numerose ed influenti conoscenze che vantano a livello politico – per ostacolare l’andamento delle indagini in corso», per questo ieri è scattata per entrambi la misura cautelare ora contestata dai legali dei due fratelli. Pesanti le parole del giudice che parla di «enorme disvalore delle sue condotte», considerata «la caratura personale e lo spessore dell’indagato, che in virtù della professione che esercita ha sistematicamente rapporti con le persone e con le istituzioni». E ancora: «Operando nel settore del diritto, più di ogni altro dovrebbe sapere l’importanza del rispetto delle regole e della persona. E invece ha dimostrato totale spregio ed indifferenza verso l’autorità giudiziaria».