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La Chiesa contro Cosa Nostra, proposto l'”Osservatorio contro la mafia”

Il progetto è stato avanzato da don Francesco Michele Stabile e don Cosimo Scordato

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E’ sempre più grande l’impegno della Chiesa contro la mafia. Un gruppo di sacerdoti palermitani ha chiesto l’istituzione di un “osservatorio ecclesiale sulla mafia in Sicilia” che abbia uno sguardo cristiano sul fenomeno mafioso e sull’infiltrazione di mani mafiose negli interessi legati alle processioni o altri eventi di natura religiosa.

Come riporta il Giornale di Sicilia, un gruppo di sacerdoti palermitani ha firmato una lettera e l’hanno consegnata a monsignor Corrado Lorefice. L’arcivescovo di Palermo ha accolto con favore la proposta e l’ha depositata alla Conferenza episcopale siciliana, che la esaminerà in autunno.

Il progetto del nuovo osservatorio su Cosa nostra è stato avanzato da don Francesco Michele Stabile e don Cosimo Scordato e condivisa da numerosi altri preti della diocesi di Palermo. Si tratta di instaurare un osservatorio permanente che dovrebbe avere influenza sulla formazione di clero e laici, nell’accompagnare scelte pastorali che siano sempre coerenti, nella promozione della ricerca e dello studio sul fenomeno mafioso e sulle modalità di intervento della Chiesa. Ma c’è di più, il nuovo ente religioso dovrebbe avere come obiettivo, tra gli altri, di incidere in una vera conversione del mafioso, con un conseguente cambiamento di vita.

L’iniziativa dei preti palermitani si inserisce in un contesto di forte contrasto da parte della Chiesa alla mafia. Dal «Convertitevi!» di Giovanni Paolo II nella Valle dei templi, il 9 maggio 1993, sino ad oggi sono numerose le iniziative della Chiesa per lanciare un messaggio contro i clan.

Anche a Monreale l’arcivescovo Michele Pennisi ha più volte voluto lanciare in innumerevoli eventi ed incontri il proprio messaggio antimafia e l’invito alla conversione agli affiliati alla Cosa nostra locale. Il messaggio di Pennisi è sempre stato chiaro: “Chi è mafioso è contro Dio e sta dalla parte dell’Anticristo”. Un messaggio che anche Papa Francesco ha urlato alla piazza di Palermo il 15 settembre scorso. “Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore… Convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle”, ha detto Francesco. Dalle parole ora la Chiesa vuole passare ai fatti, al concreto, istituendo un osservatorio permanente.

Redazione

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