Colpo alla mafia di Monreale, condannati Salvatore Lupo, Antonino Sciortino e Sergio Damiani
I tre condannati di oggi avrebbero chiesto il pizzo a due imprese edili che stavano realizzando appartamenti a Monreale

Colpo alla mafia di Monreale. Il giudice per l’udienza preliminare di Palermo ha condannato a 21 anni complessivi Salvatore Lupo, Antonino Sciortino e Sergio Damiani. La pena più pesante è andata a Sciortino al quale il gup ha inflitto 10 anni, 6 anni per Lupo e 5 per Damiani.
I tre vennero arrestati nell’ambito dell’operazione “Nuovo Papa”, il blitz antimafia che fu la prosecuzione degli approfondimenti investigativi sfociati nelle precedenti operazioni «Grande mandamento» e «4.0» e «Montereale». Tutte operazioni mirate a ricostruire le gerarchie del mandamento di San Giuseppe Jato e delle famiglie ad esso collegate.

In particolare, Sergio Damiani, panettiere, nipote dello storico boss monrealese Settimo Damiani prima dell’avvento del boss Balsano, secondo quanto riportato di gip, era riuscito a prendersi la posizione di capo della famiglia normanna togliendo lo scettro a Salvatore Lupo che avrebbe ricoperto il ruolo di capofamiglia solo per un breve lasso di tempo, in attesa della scarcerazione di Damiani.
Il muratore Sciortino, invece, veniva considerato un «un canuzzo buono» da Lupo e da un altro indagato in una conversazione dei carabinieri di Monreale ma era certamente ben visto dai vertici del mandamento jatino per i suoi trascorsi e per i suoi anni passati in carcere in seguito all’arresto nel 2002 per associazione mafiosa. Sciortino era stato intercettato dagli investigatori mentre versava nelle casse del mandamento i proventi delle attività illecite. Della fedeltà del monrealese al mandamento se ne compiaceva anche Salvatore Lupo.
I tre condannati di oggi avrebbero chiesto il pizzo a due imprese edili che stavano realizzando appartamenti a Monreale. Le ditte dovevano versare 3 mila euro per ognuno dei 18 appartamenti in costruzione e far realizzare gli impianti idraulici a una azienda vicina alla mafia.
Solo nel 2017, convocati dai carabinieri, le vittime hanno confermato le tentate estorsione. A gestire il racket era Sergio Damiani. Salvatore Lupo avrebbe avvicinato gli imprenditori. Sono stati assolti Girolamo Spina, Antonino Alamia, Nicola Parisi, Roberto Spinnato e Salvatore Lo Cicero, accusati di violenza privata.