“Consegno le chiavi al sindaco di Monreale. Io, come tutti gli altri imprenditori del settore, siamo impossibilitati a ricominciare”. Se non è una tragedia, poco ci manca quella raccontata da Giuseppe Santoro, titolare della pizzeria “La Quercia” che si trova lungo la Circonvallazione di Monreale.
Questa mattina Giuseppe era in piazza Vittorio Emanuele per salire al Palazzo di Città per consegnare nelle mani di Alberto Arcidiacono le chiavi delle sua pizzeria dove, da quando è iniziata l’emergenza, non entra più un cliente. Le norme annunciate sulla Fase 2, inoltre, non consentiranno una ripresa delle attività a pieno regime e saranno condizionate dal rispetto di certi adempimenti che, secondo l’imprenditore monrealese, sono insostenibili.
“Non riapriremo il primo giugno – annuncia Santoro – a causa delle normative imposte dallo Stato. Consegno le chiavi al nostro sindaco con la speranza che possa accadere qualcosa di positivo per noi imprenditori”.
In questi giorni sono parecchie le iniziative avviate dai professionisti del settore food che protestano per chiedere un maggiore impegno da parte delle istituzioni. Il rischio è di non riuscire più ad alzare le saracinesche una volta cessata l’emergenza. “Oltre al danno economico che abbiamo riscontrato negli ultimi giorni – aggiunge Santoro -, sono arrivate delle normative a cui noi non possiamo uniformarci come quella che prevede la sanificazione del locale da parte di una ditta specializzata tre volte al giorno”.
Santoro sembra deciso nella sua protesta. “Allora diamo le chiavi al sindaco, nella speranza di ottenere qualcosa, perché credetemi, credo proprio che ci possa capire chiunque abbia un’attività”.
Questa mattina su Filodiretto abbiamo pubblicato il grido di dolore di una commerciante, che ha chiesto al primo cittadino un incontro con tutte le realtà imprenditoriali del territorio al fine di mettere in atto soluzioni che possano risollevare le sorti delle imprese colpite dalla grave crisi del Covid19. Nei giorni scorsi il sindaco Arcidiacono aveva annunciato l’istituzione di un tavolo tecnico con gli imprenditori monrealesi, sempre più esasperati e che non vedono, al momento, una luce in fondo al tunnel.