È stato celebrato questa mattina a Palermo, nella chiesa di San Curato d’Ars di Falsomiele, il funerale di Piera Napoli, la mamma di 32 anni, uccisa dal marito solo per il sospetto di un tradimento. Il rione palermitano si è stretto attorno alla famiglia della donna. Scene strazianti al funerale a cui hanno preso parte decine di palermitani.
Un femminicidio, l’ennesimo
Piera Napoli è stata uccisa brutalmente dal marito il 7 febbraio scorso nel quartiere Cruillas, a Palermo. Per la difesa si tratta di un raptus di gelosia, adducendo che l’omicida pare sia stato travolto in un impeto di rabbia improvviso. “Una vittimizzazione secondaria dunque, in cui si tenta di sminuire il gesto a mero atto incontrollato”. A dirlo è la senatrice monrealese Cinzia Leone, vicepresidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio, impegnata da tempo nell’iniziativa “Nemmeno con un click“.
“Non c’è mai troppa gelosia”
“Peccato però che, appena due settimane prima del fatto, Piera avrebbe confidato alle amiche ‘questo mi ammazza!’ – continua la senatrice del M5S -. Il PM ha infatti respinto l’ipotesi del raptus e anzi contesta alla difesa l’aggravante della premeditazione. Non c’è mai “troppa” gelosia, c’è solo un possesso malato e deviato. Voglio esprimere tutta la mia vicinanza alla famiglia di Piera e ai figli, presenti nel momento del delitto”.
Gesto figlio di una subcultura
Quello di Piera Napoli è il tragico epilogo di una delle tante storie di violenza nei confronti delle donne che, troppo spesso, non riescono a trovare il coraggio di denunciare le violenze di mariti, fidanzati e conviventi. “Oggi piangono la scomparsa di una donna, una madre con il desiderio di libertà la cui vita è stata stroncata da quel gesto atroce, figlio di una subcultura su cui c’è ancora tanto da fare in termini di “Prevenzione”. Dice ancora Cinzia Leone.