Democrazia partecipata a Monreale, Biagio Cigno: “È solo di facciata, serve vera partecipazione dei cittadini”
MONREALE – “Democrazia partecipata o democrazia farlocca?”. È quanto si chiede Biagio Cigno, presidente dell’associazione antiracket e antiusura “Liberi di lavorare”, in merito all’utilizzo dei fondi per la democrazia partecipata nel comune di Monreale. Secondo Cigno, quello che dovrebbe essere uno strumento di partecipazione attiva dei cittadini rischia di essere solo una messinscena.
Dal 2017, in base alla legge regionale n.5/2014, il Comune è tenuto a destinare il 2% dei trasferimenti di parte corrente, pari quest’anno a 13.519 euro, ad interventi scelti dai cittadini stessi. Peccato però che la selezione delle possibili destinazioni di questi fondi venga fatta dalla Giunta, senza un reale coinvolgimento della popolazione. Per il 2023 sono state individuate ben 5 finalità, contro le 3 degli anni precedenti. “Con quale criterio la Giunta stabilisce gli interventi?”, si chiede Cigno. Che evidenzia come alcune scelte, come l’acquisto del maxi schermo per il Cinema Imperia o le piantumazioni, potrebbero essere finanziate con altre risorse.
Inoltre, le preferenze potevano essere inviate solo tramite PEC o protocollo, escludendo le email. “E, guarda caso, la maggior parte delle 192 preferenze pervenute sarebbero state inviate da un singolo amministratore poco prima della scadenza. Mentre le 89 proposte cartacee protocollate dalle associazioni locali non avrebbero avuto seguito”.
“Per fugare ogni dubbio presenterò richiesta di accesso agli atti”, annuncia Cigno. Che vede nella democrazia partecipata a Monreale più una facciata che una reale partecipazione e secondo cui i cittadini non possono decidere davvero le priorità di spesa, ma solo ratificare decisioni già prese dall’alto. “Serve un cambio di passo per far sì che questo strumento sia realmente al servizio della collettività e non degli interessi di pochi”, è l’appello di Cigno, che invita la politica ad aprirsi ad una partecipazione sincera dei residenti.
La richiesta di Cigno è quella di passare dalla democrazia “farlocca” ad una vera democrazia partecipativa. Dove la politica si apra al dialogo e al confronto con i rappresentanti del tessuto sociale locale. Solo così lo strumento della partecipazione potrà esprimere tutte le sue potenzialità ed essere davvero al servizio dei cittadini.