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Blitz all’alba dei Carabinieri: 11 arresti per corruzione e appalti pilotati

In manette sono finiti i quattro soci della cooperativa: Giuseppe Gaglio, 61enne di Partinico, Massimiliano Terzo, 43enne palermitano, Gaetano Di Giovanni, 60enne di Raffadali,

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I Carabinieri della Compagnia di Partinico hanno eseguito questa mattina un’importante operazione che ha portato all’arresto di 11 persone, tra cui funzionari pubblici, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, turbativa d’asta, corruzione e peculato. Al centro dell’inchiesta una cooperativa di servizi sociosanitari con sede a Partinico, i cui vertici avrebbero messo in piedi un sistema di tangenti e favori per aggiudicarsi appalti pubblici in diversi comuni siciliani.

In manette sono finiti i quattro soci della cooperativa: Giuseppe Gaglio, 61enne di Partinico, Massimiliano Terzo, 43enne palermitano, Gaetano Di Giovanni, 60enne di Raffadali, ritenuti i promotori dell’associazione a delinquere. Ai domiciliari invece Giuseppe Chiaramonte, 45 anni di Palermo, Francesco Chiavello, 62enne di Partinico, Salvatore Lo Biundo, 54enne di Partinico, Maria Pia Falco, 57enne di Marsala, Nicola Fiocca, 68enne marsalese, Aldo Raimondi, 65enne di San Cataldo. Per altri tre indagati è stata disposta la sospensione dal pubblico ufficio: Maria Rita Milazzo, 56 anni di Bisacquino, Michela Sclafani, 62enne palermitana e Antonio Geraci, 60enne del capoluogo.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i vertici della cooperativa avrebbero avvicinato 7 tra dirigenti e funzionari di Comuni e enti locali siciliani (Partinico, Balestrate, Marsala, San Cataldo, Agrigento e Città Metropolitana di Palermo), oltre ad un ex sindaco di Partinico, corrompendoli con mazzette, regali e cene per ottenere la velocizzazione dei pagamenti, l’aggiudicazione di appalti milionari e assunzioni pilotate.

La cooperativa, con oltre 1250 dipendenti e 13 milioni di euro di fatturato annuo, fornisce servizi socio-assistenziali come assistenza domiciliare per anziani e disabili, trasporto di disabili e servizi educativi per l’infanzia. Proprio in questo settore gli indagati avrebbero messo le mani grazie alla rete di pubblici ufficiali compiacenti.

Gli investigatori hanno inoltre scoperto l’emissione da parte della cooperativa di una fattura da 30mila euro per servizi mai effettivamente prestati, poi regolarmente liquidata dall’ente pubblico. I summit tra i manager della coop e alcuni dei funzionari corrotti si sarebbero svolti in un noto borgo nei dintorni di Partinico.

Oltre agli arresti il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo di oltre 50mila euro in contanti e gioielli riconducibili agli indagati, oltre che della stessa cooperativa socio-sanitaria al centro dell’inchiesta. Le accuse contestate vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, fino alla turbativa d’asta e al peculato.

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