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Monreale: ex sindaco e consiglieri scampano al risarcimento da 10 milioni grazie alla prescrizione

Prescritto il presunto danno erariale da 10 milioni di euro: la Corte dei Conti chiude il caso del lease-back del Comune di Monreale

I giudici della Corte dei Conti hanno dichiarato prescritta la richiesta di risarcimento di circa 10 milioni di euro nei confronti di ex sindaci, consiglieri comunali e dirigenti del Comune di Monreale. La vicenda risale al lontano 2005, quando l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Toti Gullo stipulò un contratto di lease-back con la banca Carige per far fronte alla grave crisi finanziaria dell’ente.

La procura aveva citato in giudizio Salvatore Gullo, Carlo Gambino, Stefano Gorgone, Antonio Pantuso, Maria Rita Petrotta, Fabio Sciortino, Gaetano Sirchia, Antonino Maria Sciacchitano, Giuseppe Bono, Giovanni Brusca, Claudio Burgio, Pietro Capizzi, Vittorio Di Salvo, Bartolomeo Gelsomino, Filippo Giurintano, Marco Intravaia, Massimiliano Lo Biondo, Giuseppe Lo Coco, Giuseppe Magnolia, Girolamo Mondello, Domenico Palma, Giovanni Schimmenti, Fortunata Segreto, Angelo Venturella, Salvatore Zuccaro, Fabrizio Dell’Acqua, Elena Conti, Antonino Fundarò, Giuseppe Leto, Salvatore Billetta, Vincenzo Cassarà, Roberto Oddo, Gaetano Scalici, Marcello Barbaro, Giovanni Carlotta.

L’operazione di lease-back e le accuse di irregolarità

L’operazione, che prevedeva la cessione in leasing dell’immobile di via Biagio Giordano, attuale sede della caserma dei Carabinieri, permise al Comune di ottenere una somma di 8.553.565,70 euro, da restituire con un canone anticipato di 1.454.106,17 euro e 39 canoni semestrali da 203.902,78 euro ciascuno, oltre l’IVA. Il pagamento, ancora in corso, si concluderà nel 2026 con un’ultima maxi rata di circa 4 milioni di euro.

La Procura contabile ha citato in giudizio 36 persone, tra cui l’ex sindaco Salvatore Gullo, i componenti della sua Giunta, il presidente del Consiglio comunale dell’epoca, 28 consiglieri che votarono a favore della delibera, dirigenti comunali e componenti del collegio dei revisori. Secondo l’accusa, parte del ricavato sarebbe stato impiegato impropriamente per coprire spese correnti anziché per investimenti, privando inoltre l’ente di un importante cespite patrimoniale e concorrendo alle cause del successivo dissesto dichiarato nel 2013.

La decisione della Corte dei Conti e la fine della vicenda giudiziaria

Gli imputati sono stati difesi da un team di avvocati, tra cui Lucia di Salvo, Alberto Marolda, Sabina Raimondi, Andrea Treppiedi, Giuseppe Mammina, Girolamo Rubino, Rosario De Marco Capizzi, Domenico Pitruzzella, Alfredo Geraci, Giancarlo Geraci, Carlo Comandé, Andrea Ciulla, Pietro Alosi e Giovanni Immordino. Nonostante la complessità della vicenda e le presunte irregolarità contestate dai magistrati contabili, i giudici hanno stabilito che il danno erariale è ormai prescritto. L’operazione di lease-back, pensata come soluzione emergenziale per scongiurare il tracollo finanziario del Comune, aveva permesso all’amministrazione di ripianare i debiti ed evitare il default, ma a distanza di quasi vent’anni, il PM della Procura regionale della Corte dei Conti ha ritenuto che tale scelta sia stata illegittima e costosa per le casse pubbliche.

Nella sentenza la Corte dei Conti evidenzia al PM che nel merito avrebbe dovuto tenere conto della normativa che qualifica come indebitamento il lease back solo a partire dal primo gennaio 2015. Un passaggio chiave che denota come il presunto danno erariale in realtà non ci sarebbe stato, anche con la mancata prescrizione, e che i 36 amministratori avrebbero agito secondo un contesto normativo diverso dall’attuale, utilizzando in ogni caso le somme per investimenti e ripiano del debito del Bilancio 2003 (Amministrazione precedente).

La sentenza mette fine a una vicenda giudiziaria che ha coinvolto numerosi ex amministratori e dirigenti del Comune di Monreale, alcuni dei quali nel frattempo deceduti, sollevandoli dall’obbligo di risarcire il presunto danno erariale di oltre 10 milioni di euro.

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