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L’eredità di Sarina Ingrassia, la “santa laica” che a Monreale aprì le porte agli ultimi

Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Sarina Ingrassia, la “santa” senza aureola di Monreale. Era il 23 gennaio del 2015 quando quella donna che aveva aperto a tutti la sua casa in via Baronio Manfredi al civico 59 se ne andava in un letto dell’abitazione della sorella, attorniata dai volontari, dai parenti e dagli amici che con lei dal 1973 aveva iniziato un’avventura che non ha più trovato fine.

In un inedito scritto la donna che fino a 91 anni ha dedicato la sua vita agli altri scriveva: Comincio sempre col dire che non si tratta di un hobby da pensionata, ma di una scelta di vita che risale ai mie “anni verdi”. Giovanissima ho letto una frase:“Non appartenere a qualcuno per appartenere a tutti”. Questa frase è diventata la mia scelta di vita per cui sia il matrimonio che il farmi suora ( le scelte principali del tempo) mi sembravano limitanti se volevo “ impicciarmi degli affari degli altri”. E così ho intrapreso il mio cammino “sulla strada”. Un po’ di incoscienza aiuta sempre, ma a me è andata bene, anzi molto bene!

Sarina Ingrassia, nonostante, sia trascorso un decennio dalla sua scomparsa resta una “presenza” a Monreale grazie a quanto ha fatto nella vita: ha aperto le porte alle donne tossicodipendenti nei primi anni Settanta, Ottanta; è stata un punto di riferimento per decine di bambini che non mettevano piede a scuola; un punto d’ascolto per tanti genitori; un braccio destro di assistenti sociali e operatori vari. Ma non solo. Sarina per anni è stata un’anima politica. Era solita dire: “Il vero cristiano non ha una chiesa e il vero politico non ha un partito”. In via Baronio Manfredi, al secondo piano, per anni si è fatta la preghiera di Taizé richiamando da ogni angolo della Sicilia gli amici della comunità ecumenica francese.

A Monreale, grazie a lei, sono arrivate spesso le telecamere della Rai e di altre Tv per mettere i riflettori sul problema dell’infanzia al Sud. Da tutto il mondo e da tutta l’Italia, in quella piccola casa ai piedi di San Martino, sono arrivati giovani e meno per condividere l’esperienza di Sarina e dei volontari che l’hanno circondata. All’associazione “Il Quartiere” nel corso degli anni hanno spesso messo piede Rita Borsellino (per la quale Sarina si era candidata alle Regionali); Leoluca Orlando, freré Jhon di Taizé, Gherardo Colombo, Agnese Moro e tanti altri. Proprio a quest’ultima in una mail confidava: “Cara Agnese, ho scritto quello che ho saputo scrivere, fanne l’uso che credi. Se vuoi altre informazioni me lo fai sapere. ” Il Quartiere” come Associazione di volontariato è nato quasi per caso. Quante persone sono passate da questa casa non lo so dire, ma certamente centinaia e centinaia e centinaia. Negli incontri esorto tutti a guardarsi attorno nel proprio ambiente e troveranno sicuramente qualcosa da fare per chi ha meno di loro. Basta avere cuore ed occhi….Ora ho 87 anni, ma vi sono dei bravi giovani che stanno continuando nel volontariato. Io non credo di essere stata “chiamata” a fare fondazioni, altrimenti sarebbe accaduto. Ho fatto quello che ho saputo fare, le altre generazioni continueranno e faranno meglio di me. I giovani hanno bisogno di proposte positive e noi vogliamo portare avanti il principio del gratuito in una società del profitto. Siamo andati avanti sempre così: per un lungo periodo si è andati avanti col mio stipendio di insegnante; dopo il ’90 abbiamo avuto finanziato qualche piccolo progetto con la legge dei minori a rischio. Nel 2000 abbiamo avuto una premiazione dalla Fivol con la motivazione : “Ad un vissuto consolidato”. Attualmente operiamo con qualche offerta da amici che sono passati dalla casa e condividono le nostre scelte. Sono profondamente convinta che questo tipo di servizi non verrà meno per mancanza di mezzi economici, ma solo quando nessuno se ne occuperà…”.

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