Orrore a Partinico. Una donna ridotta in schiavitù, segregata, pestata e costretta a prostituirsi dal convivente
Le indagini sono partite grazie alla denuncia della donna che ha trovato la forza di raccontare ai Carabinieri degli abusi e delle condotte violente di cui era stata vittima ad opera del suo aguzzino
Palermo, 29 marzo – Ieri mattina i Carabinieri di Partinico hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 51 anni, ritenuto responsabile di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e lesioni nei confronti della compagna.
Secondo le indagini dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo De Flammineis e coordinate dal Procuratore Capo di Palermo Lo Voi, gli abusi sulla ragazza di 28 anni sarebbero stati commessi a Cinisi, Terrasini e Partinico per circa 6 anni, tra il luglio 2010 e l’aprile 2016.
Le indagini sono partite grazie alla denuncia della donna che, accompagnata in caserma dal padre, tra le lacrime, ha trovato la forza di raccontare ai Carabinieri degli abusi e delle condotte violente di cui era stata vittima ad opera dell’uomo, con il quale aveva avviato un rapporto di convivenza nell’estate del 2010.
I successivi riscontri, sviluppatisi principalmente attraverso l’interrogatorio di circa 30 “clienti” che avevano fruito delle prestazioni sessuali, cui era stata costretta la ragazza, hanno consentito di delineare il gravissimo quadro indiziario nei confronti del 51enne. E’ stato possibile infatti pprovare come l’uomo segregava la compagna all’interno dell’abitazione, chiudendo la porta di ingresso dall’esterno con un lucchetto e sbarrando le finestre con delle tavole di legno fissate con chiodi.
La ragazza era costretta a praticare rapporti sessuali con uno o più uomini, secondo appuntamenti e modalità concordate dai “clienti” dal compagno, spesso all’interno della loro abitazione, ma anche in aree di campagna o all’interno di auto. Le prestazioni prevedevano perlopiù il pagamento di denaro direttamente nelle mani dell’indagato di 20 euro per ogni singolo rapporto sessuale cui era costretta la donna. Tale importo, funzionale a sostenere le spese relative al pagamento del canone di locazione dell’immobile in affitto, veniva talvolta integrato da dazioni di generi alimentari.
I rifiuti opposti dalla donna in molteplici circostanze avevano come conseguenza il pestaggio della stessa ad opera del suo “aguzzino”. In almeno due circostanze documentate, la ragazza si recava presso strutture sanitarie della Provincia di Palermo per ricevere assistenza: in un’occasione le veniva diagnosticata la frattura del setto nasale; nell’altra, oltre ad un trauma cervicale, le veniva comunicata l’avvenuta interruzione di gravidanza.