Monreale, 19 dicembre 2017 – Sta lentamente tornando alla normalità l’erogazione idrica dell’acquedotto comunale. La distribuzione era stata sospesa a causa di un presunto tentativo di sabotaggio del serbatoio Crocifisso che si trova alla fine della via Pietro Novelli. Sul grave fatto stanno indagando i carabinieri di Monreale in seguito alla denuncia presentata da un funzionario del comune di Monreale. La vicenda ha avuto inizio sabato scorso dopo che un impiegato comunale che si occupa del servizio acquedotto si è presentato ai carabinieri denunciando il furto del marsupio mentre si trovava a Giacalone. Il borsello conteneva anche le chiavi del serbatoio che fornisce acqua alla città di Monreale. La domenica è stato scoperto che ignoti, probabilmente chi ha rubato il marsupio dell’impiegato, avevano aperto la porta del grande serbatoio. Sul posto si sono recati i tecnici dell’Asp e dell’Amap che hanno prelevato alcuni campioni di acqua. L’acqua è stata chiusa in via precauzionale.
«L’esame batteriologico ha dato esito negativo – afferma d’Alcamo – ma per una maggiore sicurezza aspettiamo gli esiti dell’esame chimico dei campioni». L’acqua è tornata intanto a scorrere nell’acquedotto comunale, prelevata dai pozzi e senza clorazione. Per questo motivo il sindaco Capizzi ha emesso un’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua per fini idropotabili. L’acqua al momento è da utilizzare solo per lavarsi fino a che non si avranno i risultati delle analisi.
Resta però un interrogativo. Perché qualcuno ha rubato la chiave del serbatoio e ha aperto la porta? A questa domanda sono stati chiamati a rispondere i carabinieri di Monreale in seguito alle denunce del furto delle chiavi e a quella dell’intrusione dentro ai locali comunali. «Spero e mi auguro che il tizio che ha rubato le chiavi sia solo alla ricerca di materiale di rame – ipotizza l’assessore ai servizi a rete D’Alcamo -, magari voleva rubare i raccordi dell’acquedotto. Installeremo telecamere di sorveglianza all’interno di tutti i serbatoi comunali». All’interno del serbatoio, come ha confermato l’assessore, non sono stati rinvenuti bidoni o altro materiale che lasci pensare ad un tentativo di inquinamento dell’acqua. «Chiunque sia stato è un mascalzone – secondo D’alcamo -, è un gesto da condannare, non si mette a rischio la salute dei cittadini».