San Giuseppe Jato, 19 gennaio 2018 – Sono 160 i cittadini monrealesi che vogliono diventare jatini: «Vogliamo pagare le tasse a San giuseppe Jato». Intanto l’amministrazione jatina e il comitato per il riordino uniscono le forze. «Disponibilità da parte di tutti gli interessati nel processo di riordino territoriale tra Monreale e San Giuseppe Jato», è il responso della riunione che stamattina si è tenuta a San Giuseppe Jato tra l’amministrazione comunale ed alcuni membri del comitato promotore della scissione di alcune borgate fino a oggi appartenenti al comune di Monreale. La questione era sorta in seguito alle dichiarazioni del presidente del Comitato Riordino dei Confini Territoriali di Monreale Salvatore Ferrante, riportate da Filodiretto. Il presidente del Consiglio comunale jatino Giovanni Marino aveva in seguito risposto a Ferrante.
Questa mattina, presso la stanza del Presidente del Consiglio Comunale, si è tenuto un incontro tra l’Amministrazione Comunale, rappresentata dal Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Marino, dal Vicesindaco Domenico Spica e dall’Assessore Paola Feroce, ed il Comitato Civico Riordino dei Confini Territoriali, rappresentato dal presidente Salvatore Bonfardeci ed dal sig. Cosimo Russo, in presenza dell’ing. Giuseppe Macaluso e l’arch. Raffaele Basile, che hanno redatto il progetto di riordino dei confini territoriali tra il comune di Monreale e di San Giuseppe Jato, che prevede il passaggio delle contrade di Bommarito, Dammusi, Ginestra e Signora dalla cittadina normanna a quella jatina.
«Dall’incontro – scrive la presidenza del Consiglio comunale di San Giuseppe Jato in una nota – è emersa grande disponibilità, da parte di tutti i presenti, nel collaborare e nel lavorare in sinergia per portare avanti il progetto di rideterminazione dei confini che rappresenta un’opportunità irrinunciabile per la comunità jatina. L’incontro è risultato estremamente proficuo in quanto sono state valutate, ponderate e concordate le prossime azioni comuni da intraprendere nelle prossime settimane».