Il cumulo di rifiuti viene dato alle fiamme e i vertici dell’allora ATO vengono rinviati a giudizio ma per il Tribunale le responsabilità non sarebbero da attribuire alla società che ha in affidamento il servizio, bensì al Comune. Per questo la IV sezione penale del Tribunale di Palermo ha assolto C.M.T., assistito dall’avvocato Salvatore Casarrubia, da tutti i reati ascritti con formula piena.
Nel giugno del 2012, ignoti appiccarono il fuoco ad un cumulo di rifiuti abbandonati nel comune di Balestrate, vicino ad alcuni cassonetti per la raccolta dei rifiuti urbani. Le fiamme rischiarono di attingere la vegetazione dei terreni circostanti.
Per la Procura, l’accumulo fu causato dai disservizi dell’Ato Pa1 che, all’epoca dei fatti, gestiva il servizio di raccolta, trasporto e conferimento in discarica dei rifiuti prodotti nel territorio di Balestrate e nei comuni limitrofi.
In particolare, i pm ritenevano che l’Ato non avesse predisposto adeguati turni di raccolta, nonché “negligenza ed imperizia nella gestione del servizio di raccolta dei rifiuti”. Sulla base di questi presupposti, sono stati tratti a giudizio i vertici dell’Ato, con l’accusa abbandono di rifiuti, interruzione di pubblico servizio e incendio di rifiuti.
L’imputato si è difeso spiegando come la difficoltà dell’Ato fossero dovute alla crisi di liquidità provocata dai comuni, che non corrispondevano regolarmente il canone dovuto. Dall’altro, si è difeso provando che il comune non aveva ottemperato al precetto di legge che lo obbligava a vigilare sul proprio territorio contro i casi di abbandono di rifiuti, trattandosi di un potere che era rimasto in capo al comune e non era stato trasferito all’Ato.
La posizione degli altri imputati era stata definita con il giudizio abbreviato.