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Dpcm di Conte, la Sicila tra zona arancione e verde, indice Rt oltre 1,5

La Sicilia potrebbe essere classificata come zona arancione ad alto rischio

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Il premier Giuseppe Conte, ha firmato questa notte il Dpcm, il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che istituisce nuove restrizioni per il contenimento dell’emergenza sanitaria da covid-19.

La Sicilia potrebbe essere classificata come zona arancione ad alto rischio, ma ancora nulla è stato ufficializzato. L’Isola è in bilico tra la fascia arancione e quella verde. Da domani dovrebbe essere ufficiale: con l’indice Rt a un passo dalla soglia critica di 1,5 l’Isola dovrebbe entrare oggi fra le aree a rischio per l’emergenza coronavirus, quelle che non chiudono del tutto ma che almeno fino al 3 dicembre dovranno dire addio ai bar e ai ristoranti (e anche a tutta una serie di consuetudini come gli spostamenti fra un comune e un altro).

A decidere sulle varie fasce istituite dal Dpcm e su dove piazzare le varie regioni sarà un decreto del ministro della Salute Roberto Speranza, il quale, sentito il presidente della regione si assumerà la responsabilità politica del provvedimento. Musumeci così facendo sposterà a Roma anche l’onere di eventuali ristori.

La bozza semi-definitiva del Dpcm è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri: prevede appunto tre fasce – rossa, arancione e verde – ma non l’indicazione delle caselle nelle quali vanno le singole regioni, che probabilmente saranno ufficializzate soltanto oggi. La valutazione si basa sul fattore Rt – quello che indica la progressione del contagio – ma anche su altri 21 parametri, che includono l’occupazione dei posti letto e la frequenza dei focolai.

In Sicilia sarà lockdown?

La Sicilia in questo scenario si trova in bilico tra la fascia arancione e verde.

La Sicilia, in questo scenario, oscilla fra arancione e verde. L’orientamento è inserirla fra le regioni arancioni: così resterebbero aperti i negozi, ma chiuderebbero bar e ristoranti (che invece nelle zone verdi lavorano fino alle 18). Stop anche a pub, gelaterie e pasticcerie, ma rimarrebbero attive le mense, oltre a tutta la ristorazione con consegna a domicilio.

Via libera anche all’asporto, ma solo fino alle 22 e con il divieto di consumare sul posto o nelle vicinanze del locale. Fanno eccezione gi autogrill, i punti di ristoro degli ospedali e gli aeroporti. Scatterebbe inoltre il divieto per «ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza» salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.

La didattica a distanza si applicherebbe soltanto nelle scuole superiori. In terza media le lezioni saranno frontali.
Salvi, invece, parrucchieri e centri benessere, mentre – come del resto in tutte le regioni – arriva lo stop per musei e mostre, la chiusura dei centri commerciali nei weekend e il coprifuoco alle 22.

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