“L’omosessualità non è una cosa di cui vergognarsi. È come avere gli occhi azzurri, o i capelli castani o biondi. Per il mio orientamento sessuale ho perso l’affetto della mia famiglia, solo papà mi accetta per quello che sono”.
Quella che stiamo per raccontare, dopo la storia di Manuel, è la storia di Jo, 38 anni, di Monreale.
Oggi Jo sta riprendendo in mano la propria vita, dopo anni di sofferenze, violenze, bullizzazioni, derisioni. La musica è quel motore trainante, che gli dà la forza di andare avanti, che lo spinge a creare, fare, parlare, cantare. Jo Conti è un ragazzo normalissimo, un cantante affermato nel panorama musicale italiano. La sua musica è pregna della sua vita. La sua storia è forse uguale a quella di tante persone che hanno trovato la forza di non tenere dentro la propria omosessualità.
A Jo però è la famiglia, quella base che molto spesso ti dà un appoggio fondamentale per non crollare, che è mancata. Da quando i familiari hanno preso coscienza dell’orientamento sessuale di Jo, tutto, infatti, è cambiato. La famiglia di Jo, come ci ha raccontato lui stesso, è caratterizzata da una fortissima connotazione religiosa. Sono testimoni di Geova e mai accetteranno, come ha raccontato Jo, il fatto che un proprio familiare possa essere gay. “I testimoni di Geova professano l’amore per gli altri, il perdono – ci dice Jo -. Ma dov’è l’amore quando una mamma ti mette alla porta?”.
Sono stati momenti bui per Jo, che ci ha raccontato di una infanzia e di una adolescenza difficili. Se ancora in casa, quando era piccolo le cose andavano bene, lo stesso non si poteva dire a scuola, sull’autobus, per strada. Jo ha subito tanta cattiveria. Sputi, risate, pietre, calci, pugni da orde di coetanei che prendevano di mira il ragazzo solo perché mostrava atteggiamenti diversi rispetto ai loro, atteggiamenti “da uomini”. Come se per essere uomini, ci fosse la necessità di dimostrarlo con violenza e aggressione.
Jo ha raccontato della sua storia familiare. Allontanato dalla famiglia perchè omosessuale, nel nome di Geova. Ci ha raccontato di tanti episodi che lo hanno ferito. Un pensiero però lo rivolge al papà, che si preoccupa sempre per la sua salute, che non gli fa mancare il suo affetto. Jo vorrebbe riunirsi alla famiglia ma si scontra con quel “muro di gomma” imposto dalla religione.
Jo è un ragazzo che ha sofferto tanto, lo capiamo dalla sua voce, dalla amarezza con cui ci ha raccontato la propria vita. Nel corso degli anni ha imparato il significato di emarginazione, solitudine. Oggi però è fiume in piena, vuole ribellarsi alla società che, ancora nel 2020, non riesce ad accettarlo. Ma per fortuna Jo oggi è un professionista affermato, un cantante prezioso, che mette nei testi, scritti di proprio pugno, la sua vita. La musica è la sua vita, la sua rinascita, in attesa di quel “perdono”. “Se ti ho delusa mi dispiace, ma sappi, non ti chiederò perdono”. Queste le parole nella sua nuova canzone, “Madre non Madre“.