Truffa dei diamanti a Monreale sventata nei giorni scorsi. Dopo che ha parlato l’anziano monrealese raggirato ora interviene anche il figlio che uole ringraziare chi ha permesso di scongiurare la truffa. La storia risale agli scorsi giorni: due 60enni palermitani avrebbero fatto credere al pensionato monrealese di poter acquistare a un prezzo conveniente i preziosi, ma sono stati identificati grazie all’intervento del presidente di sezione dell’Associazione nazionale carabinieri. Poi per loro è scattata la denuncia.
“Mio padre come ogni giorno usciva per fare la spesa – dice Piero faraci, figlio dell’uomo vittima del tentativo di raggiro -, ma giorno 17 gennaio gli si avvicinò un losco individuo che faceva finta di parlare la lingua francese e mio padre gli rispose che non sapeva parlare quella lingua. Subito dopo si avvicinò un altro uomo dicendo che sapeva parlare il francese. Da lì, il francese disse che aveva smarrito il portafoglio e chiese a mio padre se poteva indicargli un gioielliere per vendergli dei diamanti, in modo da andare in viaggio a Castellammare e poi poter tornare in Francia. Mio padre gli indicò una gioielleria. Lo convinsero a entrare in macchina con loro per accompagnarlo in gioielleria indicata da mio padre, ma nel tragitto il signore che parlava in italiano disse a mio padre: “Mi dia un documento” e il francese gli diede i diamanti. Il francese prese un foglio con della polverina e lo soffiò in faccia a mio padre, che perse i sensi”.
“Quando il palermitano tornò dalla gioielleria, disse che il valore dei diamanti era di 15.000 euro e che lui gli aveva dato 500 euro di acconto, dicendo che sua moglie si stava preparando per andare in banca a ritirare l’intera somma da dare al francese. Sempre il palermitano disse al francese “Lui vuole 15.000 euro” e il francese rispose “Mi bastano 12.000 euro, il resto ve lo prendete voi”. Il palermitano disse a mio padre “Cerchiamo di recuperare questi 12.000 euro per darli al francese e il resto ce li dividiamo noi, come ha detto lui. Tanto è un regalo”. Mio padre rispose “Io non so come aiutarvi, perché soldi da parte non ne ho” e il palermitano disse “Vado a casa a prenderli e li porto io”.
Racconta ancora il figlio. “Mio padre si sentiva sempre più frastornato. Intanto il palermitano tornò dicendo che aveva raccolto solo 10.000 euro e che mancavano solo 1.500 euro, chiedendo a mio padre se poteva aiutarlo a recuperare quei 1.500 euro. Mio padre gli rispose, sempre in uno stato confusionale, “Vado a casa e vedo quanto posso raccogliere”. Andando a casa, mio padre ha raccolto 500 euro”. “Siccome mio padre era in uno stato confusionale, prima di andare dai malviventi andò da Cortigiani, un signore presente presso la sede dell’associazione dei carabinieri, che si accorse dello stato confusionale di mio padre e gli disse “Cosa è successo?”. Mio padre rispose “Mi si è presentata un’occasione con un gioielliere” e Cortigiani gli disse “Vai, ci sentiamo dopo”. “Mio padre andò dai malviventi e il signor Cortigiani chiamò direttamente una pattuglia di carabinieri che si recò sul posto e mise in salvo mio padre dai malviventi. Un grazie particolare al signor Cortigiani”.