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Si estende l’inchiesta “Voto Connection”. In totale gli indagati sono 20. Impieghi, concorsi, accessi a corsi di laurea a numero programmato. Le promesse in cambio del voto

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Monreale, 4 aprile 2018 – Impieghi, concorsi, accessi a corsi di laurea a numero programmato. Con queste promesse puntavano a convincere famiglie di disoccupati, studenti e imprenditori a votare il nome di Mario Caputo, candidato alle elezioni regionali dell’ottobre scorso nella lista “Noi con Salvini”. Ma c’è di più, secondo la Procura della Repubblica di Termini Imerese, la combriccola avrebbe anche ingannato il corpo elettorale, utilizzando stratagemmi al fine di confondere gli elettori, facendo credere che il candidato fosse Salvino Caputo piuttosto che il fratello Mario. Come ampiamente raccontato da Filodiretto, vedi articoli precedenti, Salvino Caputo e il fratello Mario si trovano adesso agli arresti domiciliari. Ufficialmente il reato ad essi contestato dalla Procura è quello di attentato contro i diritti politici del cittadino ma la loro posizione potrebbe presto aggravarsi grazie ad altro materiale probatorio posto a loro carico che potrebbe far ipotizzare il reato di voto di scambio.

Gli arresti odierni scaturiscono da un’indagine nata in seguito alle campagna elettorale per le elezioni regionali scorse. Gli inquirenti hanno scoperto un sistema utilizzato dal gruppo di Salvino Caputo per attirare preferenze elettorali in maniera alquanto discutibile tanto da far nascere alcuni sospetti alla magistratura.

Come ha evidenziato il sostituto procuratore Gallucci nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nelle stanze del Tribunale di Termini Imerese, nel corso delle attività d’indagine sono stati accertati almeno 12 episodi che lasciano ipotizzare il reato di voto di scambio. Episodi che si concretizzano nella promessa di posti di lavoro avvalendosi anche di soggetti indicati come grandi elettori. Si tratterebbe di persone che, fin dalle elezioni amministrative di Termini Imerese e dalle elezioni regionali, sarebbero rimaste al fianco di Salvino Caputo e si sarebbero premurate di contattare una serie di elettori disoccupati, promettendo loro utilità di qualsiasi tipo. Le promesse andavano dalla possibilità di superare un concorso per l’accesso ad alcuni corsi universitari a numero chiuso fino all’elargizione di posti di lavoro in imprese private o uffici pubblici. Ad alcuni disoccupati sarebbero stati promessi impieghi a Termini Imerese. Tra le persone contattate c’è anche chi si è rifiutato di sottomettersi al piano elettorale di Caputo. Alla promessa di essere aiutato nell’iter di apertura di un esercizio commerciale a Monreale, un imprenditore non ha accettato le promesse avanzate, facendo venir meno la disponibilità di posti di lavoro.

Gli elettori alla fine della campagna elettorale hanno chiesto conto e regione delle promesse avanzate dal gruppo, promesse che non sarebbero però state mantenute. Tra gli indagati ci sono anche persone che hanno accettato di recarsi alle urne e votare per la persona indicata. Per essi si potrebbe prefiggere il reato di corruzione elettorale. «Le intercettazioni sono chiarissime», ha detto il sostituto procuratore Annadomenica Gallucci in conferenza stampa.  

Il ruolo di Mario Caputo sarebbe centrale nell’ambito dell’inchiesta. «Doveva mantenere un ruolo passivo ed era a conoscenza dei piani del fratello Salvino – ha continuato Annadomenica Gallucci – ma non doveva presenziare nel circondario di Termini Imerese proprio perché lì doveva figurare il fratello che fece una campagna elettorale porta a porta, con riunioni in esercizi commerciali o abitazioni private».

«Ci sono delle conversazioni – ha rivelato invece il Procuratore Cartosio – nelle quali si parla del problema che a Monreale e Palermo sarebbe stato difficile per i Caputo ingannare gli elettori perché lì sapevano benissimo chi fosse il vero candidato. In una conversazione un interlocutore dice a Salvino Caputo: Non ti preoccupare tanto lo sanno tutti che poi all’Ars ci va tuo fratello ma chi fa tutto sei tu». Questa, per Cartosio, sarebbe l’enunciazione del fatto che Mario Caputo sarebbe un “prestanome” non solo nel corso della campagna elettorale ma anche nel ruolo di deputato regionale.

Un altro indagato nell’ambito dell’operazione messa a segno questa mattina dai carabinieri del comando provinciale di Palermo è Stefano Vinci per il quale non è stata accettata dal Gip la misura di custodia cautelare. Quest’ultimo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato a conoscenza del piano di Caputo ma non esiste la prova che egli abbia contribuito alla campagna elettorale. Tra gli indagati, come ha lasciato intendere la Gallucci, vi sarebbero altre persone legate a Salvino Caputo, tra i quali diversi colleghi di partito. In totale gli indagati sono 20. Tra questi compare il nome di un assessore dell’attuale giunta di Termini Imerese, Loredana Bellavia e di Michele Galeoto, consigliere comunale dello stesso comune. Questi ultimi sono indagati per voto di scambio.

Tra i faldoni compare anche il nome di Rio Agostino, dipendente del comune di Termini Imerese, indagato per il reato di voto di scambio. È da alcune vicende che lo vedono protagonista che è partita l’indagine. L’inchiesta è iniziata da un esposto anonimo arrivato nell’aprile 2017 presso la Procura della Repubblica di Termini Imerese. La segnalazione riguardava Agostino Rio, dipendente del comune di Termini Imerese, addetto alla biblioteca e del museo da cui si assentava con assidua frequenza. Per questo è stato arrestato durante le scorse settimane per il reato di assenteismo. Da un’intercettazione telefonica è poi venuto fuori che l’uomo si stava anche occupando della campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Termini Imerese. L’indagine della Procura ha così condotto ad un nuovo filone d’inchiesta che coinvolge Salvino Caputo.

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