Una cinquantina di persone hanno partecipato questo pomeriggio alla manifestazione contro la violenza organizzata per sostenere Alex, il ragazzo di 27 massacrato di botte lo scorso 15 settembre dal branco. Nel corso dell’incontro che si è tenuto all’interno dell’Antivilla Comunale hanno partecipato associazioni, rappresentanti delle istituzioni e religiosi, tutti uniti nel condannare il grave episodio di violenza.
Mentre Alex si trova all’ospedale Civico, in attesa che i medici diano il sì all’operazione chirurgica che dovrà subire, Monreale mostra la sua anima di ribellione alla sopraffazione.
“No a violenza e a fatti gravi – ha esordito Tonino Russo, segretario generale della Flai Cgil Sicilia – Siamo qui per dire no a questi fatti gravi e per dire alla famiglia di Alex le siamo vicini e che c’è una comunità che non rimane indifferente e in silenzio. Serve avviare un nuovo percorso per decidere come cambiare la società attuale, che vive di indifferenza e individualismo”.
Alla manifestazione è stato letto da don Nicola Gaglio, arciprete del Duomo di Monreale, il messaggio che l’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi ha voluto inviare alla comunità.
Il portavoce del movimento politico Il Mosaico, Roberto Gambino, ha, invece, chiesto, rivolgendosi al primo cittadino Arcidiacono, che si avvi a Monreale un percorso di crescita culturale, rivolto ai ragazzi sempre più inclini alle dipendenze dei social. “Un comune come Monreale, in dissesto, che taglia i fondi per i servizi sociali, non può essere lasciato nel deserto culturale – questo il monito di Gambino – Invito il sindaco a fare questa riflessione per capire cosa fare per rilanciare un percorso di comunità”.
Alla manifestazione ha preso parte anche l’intero Consiglio Comunale. La vice presidente Letizia Sardisco ha reso noto l’intera Assemblea si è espressa in modo unanime contro il gesto di violenza nei confronti di Alex. “Un episodio così non può passare inosservato – ha detto la vice presidente – perché la violenza non è mai un fatto normale. Monreale deve essere un porto sicuro in cui approdare”.
Profondo anche l’intervento di don Nicola Di Lorenzo, parroco della chiesa di San Giuseppe a Pioppo. Quello di oggi è un bel segno perché si sappia che la violenza non è mai ammissibile – ha detto il sacerdote -. Il violento si crede forte ma è una persona debole e ignorante perché non sa stare in mezzo agli altri e chi usa le mani non è civile e deve essere educato. Non condanniamo nessuno ma diciamo che quasi eventi non devono capitare mai più. Non possiamo stare nell’indifferenza. Oggi siamo tutti Alex!”.
Don Nicola ha condannato fermamente la violenza usata nei confronti di Alex. Un 27enne che ha sofferto nel corso della sua vita. “Qualche anno fa il ragazzo ha subito un incidente – ha precisato il parroco -. È un ragazzo sfortunato perché ha perso la madre e non gode di buona salute. Accanirsi con un ragazzo così, è meschino”.
Anche il primo cittadino monrealese, Alberto Arcidiacono, è intervenuto specificando di voler scavare per la ricerca della verità. “Un fato dovuto per tutta la comunità in cui è mancato un sistema civico e di educazione”. Un pensiero particolare il sindaco l’ha rivolto al padre di Alex, Salvatore, che “ha bisogno di trovare in noi un supporto – ha detto Arcidiacono -. Alex combatte per rappresentare la città che dovrebbe essere, a noi il compito di far diventare Monreale una città in cui trovare un porto sicuro”.
“Monreale non può accettare quello che è accaduto – ha aggiunto il primo cittadino -, la città è fatta di brave persone, che rinnegano la violenza. Tutte le forme di mafia a Monreale non sono accettate”.
Infine Arcidiacono ha fatto sapere che il Comune di Monreale assicurerà ad Alex e alla sua famiglia tutto il supporto necessario per andare avanti. “Se c’è un responsabile, deve avere nome e cognome e saremo a fianco della famiglia in tutto quello che verrà dopo”.