Modelle minorenni vittime di abusi: confermate le condanne per Pampa e un presunto cliente
Giovani aspiranti modelle venivano costrette a vendere il proprio corpo in cambio di 50 euro o con la promessa di un posto in sfilate
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Il sistema gestito da “Vanity Models Management” giunge al termine dopo un iter processuale complesso. Le sentenze definitive emesse confermano la condanna per il monrealese Francesco Pampa, uno dei titolari, a 11 anni di carcere, e per Filippo Giardi, anche lui monrealese, un cliente, a 2 anni di reclusione. Lo conferma la terza sezione della Cassazione, alla quale i due imputati si erano appellati. La suprema corte ha ritenuto inammissibile il ricorso del primo e infondato quello del secondo. Massimiliano Vicari, l’altro titolare, è stato condannato a 4 anni di carcere ma lui non aveva presentato appello. Lo riporta Palermo today.
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Dietro la facciata di un’agenzia di moda si celava un giro di prostituzione minorile. Giovani aspiranti modelle, alcune appena quindicenni, venivano costrette a vendere il proprio corpo in cambio di 50 euro o con la promessa di un posto in sfilate o shooting fotografici. I clienti comprendevano anche facoltosi imprenditori. L’inchiesta era scaturita dalla coraggiosa denuncia della madre di una quindicenne vittima del sistema. Le indagini della squadra mobile avevano portato all’arresto di Pampa e Vicari nel gennaio 2021.
Le vittime hanno raccontato di essere state costrette a prostituirsi anche durante eventi fuori dalla Sicilia, a Milano e in Campania, dove venivano organizzate orge con ostriche e champagne. Hanno denunciato di aver subito un vero e proprio “lavaggio del cervello” e “fortissime pressioni” da parte di Pampa, al punto da essere costrette ad avere rapporti con uomini dai quali erano disgustate. Una delle vittime ha dichiarato: “Ero solo un oggetto”, mentre Pampa stesso definiva le ragazze come “carne da macello”. Le giovani sono state difese dagli avvocati Nino e Marco Zanghì, Silvia Sansone, Giuseppina Cicero, Alessandro Martorana e Giovanni Maria Saitta, ottenendo il diritto al risarcimento con provvisionali per 75.000 euro complessivi.
Mentre Vicari ha ammesso le proprie responsabilità e il rimorso, Pampa ha negato ogni addebito, sostenendo che fossero le ragazze stesse a desiderare “fare la bella vita” e a “buttarsi addosso” a lui, definendole “disadattate” e “drogate”. Una versione respinta dai giudici. Giardi, il cliente condannato, ha negato di essere a conoscenza che le ragazze fossero minorenni, affermando di essersi innamorato e di aver fatto regali, non pagamenti. Tuttavia, anche questa versione non ha convinto i magistrati.